25 dicembre 2006
Se avessi tempo vi scriverei la poesia di Natale (non quella da bambini!), ma devo prepararmi per andare a consegnare i regali al mio esercito di cugini e cuginetti... Adoro fare i pacchetti regalo, farli tutti diversi, ma sempre precisi precisi... Mi diverte un mondo.
Uffa, mia madre mi chiama perché vada a prepararmi. Scriverò appena possibile.
Un bacio
20 novembre 2006
21 ottobre 2006

Luuuuunga assenza. Provocata da un malvagio infido dialer che fa di tutto per portarmi su siti porno e connettermi a numeri dell'altro capo del mondo. Non so se me ne sono liberata, ma ci spero fortemente.
E oltre questo? Mmmh... Pressoché sempre all'università. Mille laboratori e millemila cose da fare! Ieri sono stata a una mostra itinerante su Jörg Schlaich... Per chi non si interessa del settore, è quello che ha fatto il progetto per il World Cultural Center (insomma, la ricostruzione delle torri gemelle) ed è arrivato secondo. Ma a quanto pare il progetto del primo è irrealizzabile, quindi dovrebbero fare il suo. La mostra è semplicemente da vedere. In fretta perché da qua scappa il 28 ottobre. Poi le guide son colleghe del quinto anno, ci abbiamo pure fatto amicizia. A parte questo, le opere di Schlaich sono meravigliose. Veramente un cervello che riesce a fondere l'ingegneria e l'architettura in una maniera splendida e sconvolgente. Torri che servono solo a salirci e guardare il panorama, ma sono superfici rigate (i non matematici mi perdonino) e pressoché interamente in trazione. Ponti sorretti da un unico pilone di granito che li attraversa e resta anch'esso in trazione (qui c'è il barbatrucco: è armato all'interno! per me è anche un omaggio ai primi esperimenti sulle armature degli edifici, quando invece di usare il calcestruzzo si foravano le pietre da costruzione, si passavano i tondini d'acciaio nei fori e si riempiva lo spazio rimanente con malta). Specchi di Archimede che invece che a bruciare le navi nemiche servono a raccogliere energia (nel fuoco un macchinario a me ignoto che converte l'energia solare in energia elettrica o meccanica), oppure enormi "torri" di vetro che alla base si allargano a dismisura e creano correnti d'aria calda che fanno muovere turbine e dunque creano energia... Ponti o coperture in vetro che mostrano il proprio grafico dei momenti negli irrigidimenti. Ponti che invece di dividersi in due parti per lasciar passare le navi si sollevano. Geniale, spettacolare, meraviglioso. Ogni cosa è così profondamente legata alla natura dei materiali che usa e alle forze in gioco, che una volta visto sembra ovvio. Sembra naturale. Ma per farle dal nulla serve una mente superiore. Ingresso libero. Chi la vede mi faccia sapere.
Altro aggiornamento: come da tradizione litigo con i tutor. Credo che non ci sia stata nessuna materia per cui non ho avuto parole con i tutor, se c'erano. Ho discusso con quello di fisica, con quella di scienza delle costruzioni, con quello di composizione uno... Forse (ma non garantisco) non ho mai discusso con quella di analisi. In ogni caso il più recente è quello di composizione due. E stavolta mi ha preso male, non voglio più correggere con lui. E siccome al mio gruppo ne sono stati assegnati due, se quello competente continua a non presentarsi dovrò fare casino per cambiare, oppure non andare a correzione e correggere con il professore nel suo ufficio. Speriamo bene.
Per altre notizie tornerò.
Un bacio
20 settembre 2006
Te l'ho mai detto, in uno dei nostri infiniti dialoghi, che colleziono i bigliettini dei Baci? Ce n'è uno che continuo a trovare, sin da quando ero piccola, continuano a stamparlo e a metterlo tra la stagnola e il cioccolatino. Dice solo questo: arricchiamoci delle nostre reciproche differenze. Perché non può essere così? Siamo diversi! Soprattutto, a quanto pare, nel modo di vedere i rapporti umani. Chi sono io per pretendere qualcosa da qualcun altro? Solo i bambini hanno il diritto di pretendere, e solo i genitori hanno il dovere di dare. Ma soprattutto. Proprio in questo periodo, come fai a credere che non ti abbia pensato? Mentre ordinavo, e quando finalmente ho ottenuto, quel libro che significa tanto per entrambi, pensi di non avermi mai sfiorato la mente? Pensi che non abbia ricordato la volta che abbiamo scoperto di avere in comune quell'esperienza fondamentale? Pensi che non mi sia ricordata di quando abbiamo fatto quella gara per vedere chi ne ricordava di più, che ovviamente avevi vinto tu? Quello che non ho fatto sono i gesti concreti, gli squilli, i messaggi, le chiamate, gli incontri. Ma sei capace di accettare questa nostra differenza? So che non la comprendi, perché va troppo al di fuori della tua natura. Ed è reciproco. Ma puoi prendere in considerazione l'idea di accettarmi per come sono? Per me i sentimenti esistono indipendentemente dalle parole che li trasmettono. Tu sai perfettamente quanto bene ti voglio. Il fatto che non mi faccio sentire non cambia e non può cambiare questa realtà. D'altronde farmi sentire non può essere un obbligo. Se lo faccio deve essere spontaneo. E non puoi pretenderlo. Non puoi pretendere una cosa che va al di fuori della mia natura. Puoi accettarmi, o puoi cancellarmi. La decisione spetta a te. Se per una differenza di carattere sei disposto a dimenticare tutto ciò che è il nostro rapporto, io non te lo posso impedire.
Non conosci il mio affetto? Non ricordi il nostro rapporto? Io non ho memoria, tu ce l'hai; il rancore può vincerla? Ricorda quello che siamo, le nostre confidenze su tutto e su niente... Ti prego, non buttare via tutto. Io ti aspetto.
17 settembre 2006
01 settembre 2006
Un bacio
15 agosto 2006

Bene. Questi sono i miei cuginetti in un fotomontaggio fatto dall'evolutissimo cellulare di mio cugino. Lei si chiama Charline, suo fratello Antony. E il tema del giorno (dei miei pensieri), in un certo senso, sono loro. Mi spiego, o almeno ci provo. La cosa che mi colpisce è l'amore, istintivo e forte, per persone che fondamentalmente non si conoscono. Voglio dire, io e Antony ci siamo visti tre volte contando ieri e la maggior parte delle parole che mi ha rivolto erano "non capisco" o "non ho capito". Eppure gli voglio bene. Ma non da ieri, da prima di conoscerlo, da sempre. Sarà perché è mio parente, e spesso alla nostra famiglia riserviamo un bene incondizionato che può cambiare soltanto per motivi gravi? E allora come si spiega che voglio lo stesso bene alla madre di Charline? La maggior parte dei nostri dialoghi sono tentativi di traduzione (ieri del menù della pizzeria, ovviamente). Eppure le voglio bene, molto bene!!! E sono sentimenti che mi emozionano... Sono una persona fortunata. Molto.
Cerco di passare ad argomenti più leggeri, anche perché questa scena non si può non raccontare. Arriva il cameriere, dopo aver preso gli ordini delle pizze (con quanto orgoglio i miei cuginetti hanno ordinato da soli!) rifà il giro per chiedere cosa vogliamo bere. Il menù è troppo sintetico, quindi chiedo: "Che birre avete?". Lui fa un elenco, da cui io scelgo una Red Erik. "Ma lo sai che è rossa?". Allora... Prima di tutto dammi del lei, perché ho più anni di quanto sembri a te. Poi, per lo stesso motivo, non permetterti di intrometterti nelle mie scelte. Quindi, anche se non sembra, sappi che in fatto di birre ho una cultura molto più vasta della tua. Infine, se quelli della Ceres l'hanno dedicata a Erik il Rosso non l'hanno fato senza motivo! Così anche la gente ignorante di storia, sentendo o leggendo "Red", intuisce che si tratti di una birra rossa! Stupido cameriere inutile!!! Però ne abbiamo riso moltissimo. :) Rileggendo mi sembra giusto specificare che non ho offeso il cameriere rispondendogli così, mi sono limitata a dirgli "Sì, ne sono cosciente!", mentre le altre considerazioni sono state fatte in seguito. Tra l'altro il mio dolce fratellino ha assunto un'aria preoccupata e mi ha chiesto: "Silvia, ma lo sai che la Red Erik... è una birra?". E giù altre risatone.
Un bacio.
14 agosto 2006
E sono felice e rilassata e stanca e sonnacchiosa... E sto bene. Bene. Questo mi ci voleva... Una settimana di campeggio, circondata dalle tende di persone strane, ma perfettamente sola insieme al mio dolcissimo e bellissimo uomo. Come sono fortunata. Seriamente. Un po' mi sono anche abbronzata, anche se naturalmente nessuno in famiglia ha mostrato di crederci. Io stessa ci credo solo perché ho visto il segno del costume, che prima non c'era. Sono tornata ieri mattina... E ieri sera ho ricevuto un'altra proposta di vacanza che mi piacerebbe un mucchio; mio zio mi ha detto all'orecchio: Perché non vieni in Francia? Dai, è facile... Scendi a Parigi e io vengo a prenderti là! E a me, senza un buon motivo, son saliti due lacrimoni che ho ricacciato in gola un po' a fatica. Caspita se mi piacerebbe andarci. Lì c'è una parte specialissima della mia famiglia. Ora che sono venuti qui in vacanza mi dispiace non vederli abbastanza. Ma stasera pizza insieme. Peccato ci sia anche la rumorosa famiglia di mia zia che li ospita. Ma voglio godermi questa serata il più possibile. E senza commuovermi, anche se so che dopo ripartono e non li vedrò più almeno fino all'anno prossimo. Solita piagnona. Ma mi metterò d'impegno.
Un bacio.
26 luglio 2006


15 luglio 2006

Bene. Dovrei essere a lavorare a un faticosissimo plastico (quando sarà finito arriverà qualche foto) e invece mi son trovata su google a cercare immagini di pulcini... Tra i vari link mi ha restituito questo. Merita. www.latteart.org/Your_Cappuccino.htm
Viva chi ha il coraggio di creare cose simili sapendo che non dureranno, e complimenti a chi ha il coraggio di berle senza magari aspettare che si raffreddino. Ma soprattutto grazie all'inventore della fotografia, perché così si possono bere cappuccini simili senza l'idea di compiere un atroce delitto.
Smack.
01 luglio 2006

Beh, buongiorno. Queste sono le mie prime parole sul mio blog. E ho sempre detto che non ne avrei mai tenuto uno, perché non ho la costanza di scriverci. Vedremo. Come prima cosa vorrei inserire qualche foto, spero di riuscirci! Così comincio a farmi conoscere, dato che penso che qui parlerò soprattutto di me, dando sfogo al mio enorme egocentrismo. Un bacio
P.s.: se non mi fossi spiegata... quella nella foto sono io. ;*