07 giugno 2011

Due anni abbondanti che non passo di qua, trovo un commento (ero convinta che mi arrivasse la notifica via mail) e penso a mille cose. Al rapporto irrisolto e irrisolvibile con l'Imperatore, al mio atteggiamento nei confronti dello studio, al mio essere "medico pietoso". Ultimamente ci penso spesso. A volte percepisco nettamente che la scelta migliore sarebbe dire le cose come stanno, ruvide e senza infiocchettamenti. Ma non riesco a fare a meno di limare gli spigoli, nel messaggio come nella voce. E, come il proverbio annuncia, faccio danni. Scambio i lividi con le ferite, e spesso su persone a cui tengo. Alla luce di errori come questi (e non solo) tutto il mio impegno per diventare adulta sembra solo teorico.

26 gennaio 2009

Per quello che è successo oggi: in ordine cronologico, grazie a Mattia, Stefano, Valeria.
Un bacio.

01 giugno 2008

Trovata sul blog di Marco, la posto qui leggermente modificata e commentata in corsivo.
Sintomi che studi architettura
1. Sai che sapore hanno la colla e la balsa. E tra poco le sostituirò al sugo e alla pasta.
2. Ti chiedono continuamente: "E questa faccia?"
3. Hai cambiato il tuo vocabolario drasticamente ("dovere" è diventato "consegna", "palla" ha lasciato il posto a "sfera", "gente" a "destinatari"...) e c'è gente che non studia architettura e che ti corregge se dici "fondazioni" al posto di "fondamenta".
4. Non capisci la gente che può spendere meno di 10 euro in una libreria.
5. Odi che i tuoi genitori ti dicano "Vai a dormire!!!", "Se in ogni caso non riesci a finire... vai a letto!!!"... o anche semplicemente la domanda "Ti manca molto?" ti può irritare. Fortunati i fuori sede!
6. Sei stanco delle persone che ti dicono:"Io avrei voluto essere architetto, era il mio sogno... però..."
7. I tuoi amici che studiano altre cose non hanno lo stesso concetto di Dovere che tu hai, dicono sempre "Falla prima della lezione" o "Chiedila a qualcuno" o ancora peggio "Non la fare".
8. Hai dormito più di 20 ore di seguito in un fine settimana. Il mio record è 16, dopo la preparazione delle (inutili) tavole per il Fest'Arch costatami tre notti quasi in bianco e una interamente in bianco.
9. Puoi parlare con sicurezza del contenuto di caffeina nelle varie bibite e della loro rispettiva efficacia.
10. Non importa quanto ti sforzi per fare il tuo miglior progetto, ci sarà sempre qualcuno che dirà "Perché non gli metti questo, o gli cambi quello" o... "Sei sulla buona strada però ancora manca tanto...".
11. Hai ascoltato tutti i tuoi cd e mp3 in meno di 48 ore.
12. Non sei visto in pubblico senza occhiaie.
13. Quando ti invitano a uscire, subito dopo ti chiedono: "... o hai una consegna?"
14. Sei capace di riciclare l'impensabile quando si tratta di dover fare un modellino.
15. Hai ballato la Macarena con coreografia alle 4 della mattina senza una goccia d'alcool in corpo. Fatto.
16. Costantemente cerchi scuse per spiegare ai tuoi professori, di materie che non sono disegno, il perché non hai fatto gli esercizi.
17. Hai più fotografie di paesaggi ed elementi da usare in un disegno che della tua famiglia...
18. Qualcuno qualche volta ti ha detto "Sfaticato", "La tua università è super rilassante" o "Non è la più difficile delle università"... e avresti voluto ucciderlo. Fatto. Non ucciso, purtroppo.
19. I tuoi incubi riguardano il non finire qualcosa o il non riuscire a fare qualche consegna. O il rispondere bene a domande non riguardanti il programma ed esser comunque bocciata.
20. Puoi vivere senza contatto umano, cibo, o luce del sole, però non puoi fare a meno di stampare col plotter... un caos totale!
21. Ai tuoi genitori fa paura usare parole come "carino" o "brutto" davanti a te.
22. Non ti interessano le macchine sportive: un furgoncino è quello che può trasportare i modellini più grandi! State per caso pensando alla mia Panda Van e ai plastici di Montevecchio e Naracauli che ormai fanno parte del cascione?
23. Disegni cose spettacolari senza avere la minima idea del loro costo. E finché posso continuerò così!
24. Hai il marchio dell'architetto: un callo nel dito che appoggi sulla matita.
25. Riesci a dormire in qualsiasi posto, sopra tastiere, zaini, sui tuoi compagni, per terra... Anche in piedi.
26. Mille volte sei stato in un magazzino, nonostante ciò non ne hai mai visto uno!
27. Ogni volta che finisci di imparare un nuovo programma credi di essere super aggiornato, però poi ti rendi conto che ci sono almeno 1000 programmi nuovi per disegnare, che ancora non conosci...
28. Quando finalmente trovi il tempo per uscire, i tuoi pensieri sono: "Come sono progettati male i bagni della discoteca! Questa non è la migliore uscita di emergenza! Le scale non sono..."
29. Hai il tuo tipografo di fiducia che ti conosce bene e asseconda le tue crisi. Dannato Erik il Ladro!
30. Uno degli spazzolini da denti che c'è nel tuo bagno è del tuo compagno di laboratorio.
31. Tuo fratello crede di essere figlio unico.

Se non studi architettura per favore cerca di comprendere, perché a volte è molto difficile riuscire a capire! Per tutti gli architetti: l'unica consolazione è sapere di non essere gli unici... ma... chi ce l'ha fatto fare? Guai a chi dice che gli anni dell'università sono i più belli!!! Siamo dei veri pazzi! (Certo!... Altrimenti non avremmo mai potuto fare gli architetti!!!)

16 maggio 2008

Il tutor (Gongolo) mi ha vista con tre cellulari e mi ha chiesto: "Ma hai tre fidanzati?". Ora... la mia fantasia e quella di Stefano (soprattutto la sua) hanno partorito questa serie di possibili risposte:
"Certo: il titolare, il vice e la riserva!"
"No, ma conosco un sacco di gente che non si fa i cazzi suoi."
"Sì, ma sospetto che due se la intendano tra loro."
"No, solo uno ma ci diamo al borseggio."
"Sì, uno per orecchio."
"Solo uno, ma molto geloso."
"Con tre ho lo sconto comitiva."
"Il cellulare è uno solo, ubriacone!"
"Uno è mio, l'altro del mio amico immaginario, il terzo della voce che ho nella testa."
"Sono tre perché su ognuno funziona solo un terzo dei tasti."
"E' la nuova promozione della Vodafone: compra tre cellulari, bestemmia il triplo perché nessuno dei tre prende."
"No, ne porto tre perché sennò il mio si sente solo."
"Ma sono davvero tre? ...quattro anni di oculista per niente!"
"Sì, sono troppo dispendiosa per uno solo."
"No, sono un giocoliere con molti impegni."
"No, mi pagano per far da cavia nei test sui danni da elettromagnetismo."
"No, lavoro in un call center itinerante."
"No, ma mi aiuta a tirarmela tantissimo."
"No, ho comprato 3 cellulari per dargli i nomi dei tuoi neuroni."
...ne manca qualcuna? Se sì fatemi sapere.
Bacio

...questo post sta subendo troppi aggiornamenti in troppo poco tempo... Stefano, hai una fantasia infinita?!

15 maggio 2008

Nota per me: ricordare di non indossare calze imbarazzanti nei giorni della palestra. Potrebbero non rimanere nascoste nelle scarpe.
Soprattutto se sbaglio la distanza dal sacco e mi distruggo la caviglia come ho fatto martedì. Però fare gli addominali e lo stretching senza indossare le scarpe è piacevole, credo che mi scaviglierò più spesso. A parte gli scherzi, il dolore sta passando. E ho scoperto che il ghiaccio spray non mi sembra molto ghiacciato. E che le attenzioni del tipo: "ti fa ancora male?" mi intimidiscono. Ieri ho cercato di non sforzare tanto, oggi si torna in palestra e vediamo se e quanto mi farà male :) spero solo di non dover fare pausa! Non voglio stare lontano dal sacco... lo devo picchiare fortissimo! Se non mi sfogo su quello come faccio?
Un bacio.

11 maggio 2008

Io per te voglio essere come una trave. Insomma, calcolami un momento!

31 marzo 2008

Ammettiamo che io sia stanca, nervosa e preoccupata per le questioni di studio e per il tempo che non c'è e per qualunque altro motivo. Ammettiamo pure che siccome stiamo sempre appiccicate io finisca per non sopportarti, credo capiti a chiunque. Ammettiamo ancora che entrambi i fenomeni sopracitati avvengano anche a te (il secondo nei miei confronti). Non hai comunque giustificazioni per avermi dato dell'ipocrita. Ipocrita a me per averti espresso un'opinione che tu ritieni senza valore risolutivo del problema di cui si discute, che per tua stessa ammissione capisci molto meno di me. Ipocrita a me non lo dici.
Soprattutto mi sono rotta di tutte le tue sicurezze sul fatto che il tuo sistema di vita, le tue opinioni, le tue posizioni siano per forza quelli giusti. Impara a metterti in discussione, porca miseria. Impara a farti venire il dubbio. Impara ad ascoltare le posizioni degli altri senza sfornare a prescindere le tue. E magari mentre impari questo, impara anche il rispetto degli altri. Spesso credi di essere simpatica e non ti rendi conto di toccare tasti che per un motivo o per l'altro non ti puoi permettere di toccare. Vuoi perché non hai abbastanza confidenza (anche se magari può sembrarti di sì), vuoi perché certi screzi che a te sembrano risolti non lo sono del tutto, vuoi perché (ancora una volta) la tua convinzione di aver ragione su un certo argomento non ti permette di ironizzarci su. Perché magari io la penso all'opposto e il fatto che non abbiamo mai concluso la discussione non significa che io ti abbia dato ragione, e di nuovo rischi di offendermi o di ferirmi.
E poi mi sono rotta e strarotta di te e di tutte le persone come te che dicono di sé: "Io sono pazza/sclerata/speciale/diversa dagli altri/matta/superfiga/aggiungere a piacere". Se è veramente così, saranno gli altri ad accorgersene e a dirtelo. Pazza un cacchio. Sei una comunissima rompicoglioni.
Ok, io sono stanca e irritabile e tutto il resto, ma il problema è che tu sei sempre rompicoglioni e quando non sono stanca ci passo sopra. Non è che mi invento i difetti perché sono stressata. Sei proprio tu che ti prendi libertà che non ti devi permettere.
E poi. Sono d'accordo con te sul fatto che la spontaneità sia una cosa meravigliosa e di gran lunga preferibile a un fastidiosissimo galateo, ma la spontaneità non è una giustificazione per offendere gli altri non preoccupandosi mai di misurare le parole.
Ma te le devo dire, tutte queste cose. Lo so che te le dovrei dire man mano che succedono, ma è un casino per me. Ma devo riuscirci. Se ne stanno accumulando troppe. E poi rischio di passare per la pazza isterica che scoppia d'improvviso per una sollecitazione da niente.